Gli insetti a tavola – sono i vermi il futuro della nostra cucina?
Nell’ultimo numero di wired, un interessantissimo articolo ci conduce in un mondo dal quale siamo nati ma dal quale – per millenni – ci siamo distaccati: la nutrizione basata sul consumo di insetti. Marcel Dicke, docente di Entomologia e Capo Laboratorio di Entomologia Università Wageningen, impiega appena dieci minuti per convincere che mangiare insetti non è solo una buona idea ma anche una cosa inevitabile. Il messaggio è chiaro: Il mondo sta avendo difficoltà a nutrirsi; almeno un sesto degli abitanti della Terra sono considerati malnutriti e, considerando che la popolazione mondiale dovrebbe salire a circa nove miliardi entro il 2050, la produzione agricola dovrà aumentare del 70 per cento per poter soddisfare tutti. Il consumo di carne nei paesi sviluppati è di circa 80kg l’anno per persona. Negli Stati Uniti è di 120 kg. Al contrario, nei paesi in via di sviluppo, è di soli 25 kg ma il consumo sta aumentando vertiginosamente. Negli ultimi anni la Cina, ad esempio, è passata dai 30 a 50 kg. procapite. Ben presto le risorse non saranno sufficienti per soddisfare il fabbisogno di tutti, per questo la ricerca di una soluzione alternativa è già in atto. Ma il messaggio di Marcel Dicke è anche questo: Per ogni abitante della terra ci sono 200 kg. di biomassa formata da insetti. Duecento chili di vita che nascondiamo sotto il tappeto. Nei secoli passati abbiamo alzato una enorme barriera psicologica contro questi piccoli abitanti della terra. La verità è che gli insetti li abbiamo sempre mangiati, racconta Marian Peters, agronoma, una delle voci esperte sentite nel corso dell’inchiesta firmata Gianfranco Chicco e Daniele Cassandro. L’uomo primitivo, prima ancora di diventare cacciatore e agricoltore, non ignorava di certo questa preziosa fonte di proteine. Per la verità, non la ignora nemmeno l’uomo contemporaneo. Bisogna solo andarlo a cercare. Dove? Nelle cucine del Ghana, dove le termiti alate vengono fritte? Non necessariamente. Senza spingersi troppo lontano, si potrebbe entrare in un ristorante europeo, per esempio quello di uno dei più noti chef italiani, Carlo Cracco e scoprire che in cucina sta preparando un piatto di locuste brasate al vino rosso o un insalata di gambi di fiori di zucca e polvere di tribolo worms. Adesso commentate voi !