Negli ultimi anni, la sicurezza alimentare è diventata una priorità sempre più pressante per le grandi catene del fast food. Ma un recente episodio ha dimostrato quanto, in alcuni casi, il sistema di controllo sia ancora piuttosto fragile. L’epidemia di Escherichia Coli – che ha coinvolto alcuni ristoranti McDonald’s negli Stati Uniti – non ha infatti solamente destato preoccupazione tra i consumatori, ma ha anche sollevato numerosi interrogativi sulle pratiche di sicurezza alimentare di questa celebre catena. Vediamo insieme, nello specifico, cos’è successo.
Casi di Escherichia Coli nei McDonald’s statunitensi: cos’è successo davvero
L’Escherichia Coli è un batterio che vive naturalmente nell’intestino di persone e animali ma, alcune varianti, se ingerite, possono causare gravi malattie. La forma patogena, in particolare Escherichia Coli 0157:H7, può infatti provocare sintomi gastrointestinali gravi, come crampi addominali, diarrea e vomito, oltre alla ben più seria sindrome emolitico-uremica, una condizione potenzialmente fatale, causa di insufficienza renale. Ma come è stato possibile che sia avvenuto un caso così grave? E di chi è la colpa? Tutti siamo portati a pensare che il meccanismo di diffusione dell’Escherichia Coli è associato alla contaminazione degli alimenti insieme a condizioni igieniche insufficienti. Ma nel caso specifico di McDonald’s USA, si è subito scoperto che non vi erano problemi sanitari all’interno dei negozi. Controllando le forniture alimentari provenienti da aziende terze, si è presto scoperto che la contaminazione proveniva da un lotto di ingredienti contaminati, principalmente cipolle, distribuite in ristoranti McDonald’s per la produzione dei panini Quarter Pounder (in Italia con il nome McRoyal DeLuxe e in Svizzera con il nome Cheeseburger Royal). Le autorità sanitarie hanno identificato rapidamente questo prodotto come il punto di collegamento tra i vari casi di persone che hanno iniziato a manifestare sintomi riconducibili all’infezione, proprio dopo aver consumato il Quarter Pounder.
La risposta di McDonald’s e delle autorità sanitarie all’epidemia di Escherichia Coli
Una volta riconosciuta la connessione tra i casi di infezione e i ristoranti McDonald’s, la catena ha ritirato dal mercato i prodotti incriminati sospendendo temporaneamente la vendita degli stessi. L’azienda ha anche avviato un’indagine interna per comprendere come il batterio sia sfuggito ai controlli di qualità e ha collaborato con le autorità sanitarie per contenere l’epidemia. Parallelamente, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno monitorato la situazione e diffuso comunicati per informare la popolazione sui rischi e sui sintomi dell’infezione da Escherichia Coli, riuscendo così a contenere l’epidemia in tempi relativamente rapidi, ma purtroppo non senza conseguenze.
Ci sono casi di escherichia coli nei McDonald’s in Italia?
Tranquillizziamo subito il pubblico italiano: tra i panini venduti nel Bel Paese non c’è quello che avrebbe causato le intossicazioni alimentari negli Usa in quanto fuori produzione da anni.Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) ha comunque esortato le autorità sanitarie italiane e la stessa McDonald’s Italia, a effettuare verifiche urgenti sulla sicurezza dei loro prodotti. “È fondamentale che McDonald’s adotti standard rigorosi di igiene e sicurezza per ciascun prodotto, e che siano rispettate in pieno le normative europee in tema di sicurezza alimentare. Solo così sarà possibile tutelare i consumatori in Italia da ogni possibile rischio,” dichiara Francesco Luongo, esponente di MDC e membro del Comitato Nazionale per la sicurezza alimentare presso il Ministero della Salute.
Cosa ci insegna questo episodio e quanto possiamo sentirci al sicuro
La recente epidemia di Escherichia Coli ha evidenziato diverse problematiche legate alla sicurezza alimentare nella grande distribuzione e nel mondo della ristorazione. Questo evento avverso, ha messo in luce la complessità delle catene di fornitura globali e la necessità di sistemi di controllo sempre più avanzati per monitorare ogni fase del processo produttivo. Per McDonald’s, inoltre, questo episodio ha avuto un impatto negativo anche sulla percezione pubblica del marchio. L’intossicazione di massa, infatti, ha messo a rischio la fiducia dei consumatori e ha costretto l’azienda a implementare nuovi standard qualitativi e a revisionare i protocolli sanitari dei propri ristoranti. La strada per la completa riaffermazione del brand sarà lunga e la catena di fast food americana dovrà lavorare duramente per dimostrare di aver risolto tutte le sue criticità.